I nostri amici a 4zampe comunicano tra loro con un linguaggio non verbale vasto e complesso, il quale va oltre a quello che possiamo vedere grazie ai FERORMONI.
Questi sono il mezzo della comunicazione invisibile che innesca comportamenti programmati geneticamente. Si tratta di molecole che vengono emanate da un animale e ricevute da un secondo della stessa specie, al quale causano una specifica reazione. Le risposte hanno caratteristiche innate, ma possono essere condizionate dall’esperienza dell’animale o dal contesto in cui è emesso il segnale. Vi sono ferormoni di traccia, di allarme, sessuali, di aggregazione. Tutti i mammiferi hanno ghiandole secretrici di ferormoni, ma in ogni specie la posizione è diversa. Nel cane e nel gatto sono 6 le zone dove le troviamo: area facciale; complesso podale; complesso perianale; complesso genitale; complesso mammario; urine e feci.
Ciascun animale risponde in maniera differente allo stesso stimolo, a seconda di alcune variabili che possono essere il contesto, l’età, il sesso, lo stato ormonale, il ruolo gerarchico e le capacità cognitive. Nel cane i ferormoni sembra siano implicati maggiormente nelle relazioni gerarchiche e sessuali. Mentre il gatto sull’orientamento, in quanto marca punti precisi posizionati sul suo territorio, strusciando i lati del muso contro di essi. In questo modo deposita un ferormone che lo appaga e lo aiuta nell’organizzazione dei suoi spazi classificando gli oggetti come “conosciuti” e “non”.